Mariano Pietrini (12 marzo 1945 – 1 febbraio 2017) nasce a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.
Artista poliedrico, difficile da incasellare in uno stile o in una corrente ben definita, nella sua quarantennale
carriera ha realizzato più di duemila opere.
Cresciuto in uno dei quartieri più antichi di Barcellona, trascorre la giovinezza a contatto con svariate
botteghe artigianali, “rubando” con gli occhi i segreti del mestiere. Nel tempo libero gioca a calcio nella
squadra della sua città, altra sua grande passione.
Dopo il diploma di geometra, conseguito nel 1964, si laurea in Economia e Commercio all’Università di
Messina. Insegna matematica applicata negli istituti tecnici della provincia e nel contempo svolge l’attività di
commercialista. Nel 1973 sposa Gisella, moglie premurosa e amorevole, da cui avrà tre figli: Ada, Veralisa e
Nino.
Pittore, scultore – ma anche poeta e scrittore – Mariano Pietrini era un artista autodidatta, convinto che
l’uomo avesse potenzialità infinite “quando si immergeva nella Luce”.
Parlare delle sue teorie è come immergersi in un mare in tempesta, come inseguire la Luce che riflette sulle
onde della baia di Tindari, luogo al quale era visceralmente legato.
L’ordine nel disordine, la Legge sui contrasti, la Teoria del Bello, l’equazione secondo cui “non esiste errore in
presenza d’amore” sono concetti che ricorrono, in varie forme, nella sua vita e di riflesso anche nella sua
produzione artistica.
Mariano Pietrini realizzava tutto ciò che immaginava. Il suo processo creativo era articolato e spesso
imprevedibile. Il punto di partenza era sempre un blocchetto di carta, che usava per schizzi e appunti, per
“fotografare” sensazioni e suggestioni che poi rielaborava dando loro la forma espressiva più appropriata.
Spaziava dalla pittura tridimensionale al colore su colore, dalla scultura alla cartapesta, dai restauri di opere
d’arte a imponenti “creazioni” come il Parco Museo Jalari, crocevia di arte, storia ed etnografia, appollaiato
sulle colline barcellonesi.
Jalari è un percorso mistico, filosofico, artistico, energetico, un microcosmo che lui stesso aveva ribattezzato
“La montagna parlante”, “La Piramide di Luce del Terzo millennio“. Il Parco Museo è opera sua e del fratello
Salvatore, ideatore di tutte le architetture del sito. Nel frattempo, il progetto Jalari ha coinvolto tutta la
famiglia Pietrini: figli e nipoti che, giorno dopo giorno, con impegno, alimentano questa grande scuola
creativa e di pensiero, punto di riferimento culturale della nostra regione.
Mariano Pietrini ha esposto a Roma, Torino, Bardonecchia (To), Granada, Buenos Aires, negli Stati Uniti – a
Jackson e New Orleans – e in tutta la Sicilia. Isola che amava per la forza dei suoi vulcani, per i suoi tramonti
infuocati, per la sua instancabile capacità di creare, dialogare con il bello, con le pietre, con l’eco. “Le pietre
parlanti di Jalari – diceva sempre – sono il simbolo della forza creativa dell’uomo quando s’immerge nella
Luce”.
Nel 2001, Fondazione Telethon scelse una sua scultura per premiare il comune di Fidenza (Pr), che in
quell’edizione si era segnalato come la città più solidale d’Italia. Prolifico anche nella scrittura, Pietrini vanta
infine una trentina di pubblicazioni. Libri e opuscoli, scritti tra il 1979 e il 2015, da cui è possibile ricostruire,
tappa dopo tappa, il suo entusiasmante percorso artistico.